Vedi alla voce: amore

Scelta

L’atto del preferire una certa possibilità tra le diverse possibilità offerte; la scelta viene eseguita come risultato di una volontaria decisione da parte di qualcuno.

Secondo Wasserman, la scelta è l’atto in cui si esprime l’essenza della componente umana dell’essere. Quest’argomento fu esposto nell’ambito della discussione che Neigel e Wasserman avevano avuto riguardo al futuro del piccolo Kasik, Continua a leggere

I demoni

Eravamo in macchina questa estate nell’ovest della Francia e la solita stazione radio con poca pubblicità e tanta musica pop si è fermata per un attimo per dare qualche notizia d’attualità. Da principio non si è capito un granché, il nostro francese scolastico ha fatto acqua anche in questa tragica occasione: “ma chi, Robbie o Robin Williams, zitti un po’, morto, forse suicidio, per overdose, ma allora è Robbie, quello dei Take That”. Invece, la simpatia per  Robin ci impediva di credere anche alla più semplice delle verità, dunque avanti con gli Abba, che strazio. Continua a leggere

Mi hai solo sfiorato la guancia

Sono passate le otto oramai. Ho sentito arrivare l’ultimo treno e tu non c’eri. Non hai mai fatto così tardi come questa sera. Mi senti proprio quando ritorni. Io, che sono qui tutto il giorno ad aspettare te. Si lo so, hai il lavoro, gli scacchi, e io? Non sono niente per te? Non posso muovermi lo sai. Letto, cucina, la porta sempre aperta, un continuo vagare per far poco o niente. Mi alzo e penso a quando tornerai. Mi avvicino al fornello, preparo il tè e spero di sentire il tuo fischiettare schietto dal vialetto del giardino. E’ tutto quello che posso fare, lo sai. Te l’ho detto o no ieri sera che dovevi comprare un po’ di verdura al mercato! E invece, eccomi qua a perdermi dietro alla stufa ormai fredda. La legna è finita, ho bruciato anche gli ultimi rametti ancora verdi pur di tenerti in caldo la zuppa di rape e riso. Ma oramai, non ho più voglia di aspettarti, figlio mio. Sono così stanca che non so nemmeno come farò a coricarmi. Tu arriverai a tentoni nel buio, non sarebbe la prima volta. Per me fa lo stesso, non saprei nemmeno come aiutarti così come son messa. Buio, luce, non ricordo nemmeno più la differenza. E tu che non arrivi, non arrivi più. Questa mattina ho sentito la vicina. Era tutta così preoccupata per questi, … non ho capito bene cosa sono gli scontri in piazza. Cosa vorrebbe dire che gli studenti protestano, non si è mai usato, non ho mai sentito di studenti che abbiano qualcosa da ridire, ma contro chi poi. Comincino a lavorare e poi ne riparliamo! Protestare in piazza e per chi poi, per me che sono alla fine? No, no di certo. Ti ho sentito sai, anche tu parli di una nuova vita. Ecco si, hai detto proprio “una vita nuova”. Ed eri così felice, così entusiasta che quasi ci ho creduto anch’io, sul momento. Poi ti sei alzato che era ancora mattino presto e come al solito non hai voluto che ti preparassi qualcosa da magiare. Mi hai baciata, mi hai solo sfiorato la guancia, hai detto la solita cosa buffa in inglese e te ne sei uscito in maniche di camicia. Come sempre di corsa, mio Wei Lin.

(Beijīng, 5 Giugno 1989)

Il Corto Letterario e L’Illustrazione 2014 – Risultati

Si è concluso domenica 30 Novembre 2014 il decimo Concorso internazionale “Il Corto Letterario & l’illustrazione” con la premiazione dei vincitori.

E’ stato “Il giorno più lungo del corto” il pomeriggio organizzato dall’associazione Il Cavedio, un momento di suspance che ha visto premiati i migliori racconti partecipanti alle varie sezioni del concorso.

Più di 500 elaborati, con una maggioranza di autori donne” da Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia, Friuli e Veneto e opere provenienti anche da Portogallo, Germania, Spagna.

Possiamo ora leggerli in santa pace e scambiarci opinioni e commenti. Ma non solo, clickando sull’iconcina “Vota il racconto” possiamo esprimere il nostro giudizio, forse diverso dalla giuria, forse meno professionale … stiamo a vedere cosa ne esce. Il bello di ADOPERA è proprio questo, adottare le opere che più ci emozionano. Continua a leggere

Mi Racconto, e poi?

A giudicare dalle innumerevoli manifestazioni letterarie sparse in giro per l’Italia e nel mondo, il Racconto come forma letteraria gode di ottima salute. Festival, convegni, concorsi catalizzano la voglia di scrittori affermati o di ansiosi principianti di cimentarsi con questa forma d’arte caratterizzata da brevità, essenzialità, densità, unicità, attributi essenziali e pretesi dagli attuali canali di comunicazione. C’è da chiedersi se il successo del Racconto sia dovuto alla facilità ed immediatezza con cui è possibile entrare in questo mondo fantastico o se effettivamente siamo di fronte ad un fenomeno naturale per il quale dobbiamo andare alle origini per comprendere il Racconto come necessità di espressione.

Ma come sarà il Racconto nel prossimo futuro? Sarà lungo, breve, brevissimo? Sarà letto, ascoltato, visto?

Separatore Continua a leggere

Il Giorno più Lungo del Corto

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Siamo agli sgoccioli, la premiazione delle opere del

10° concorso “IL CORTO LETTERARIO E L’ILLUSTRAZIONE” avrà luogo domenica 30 novembre 2014

presso il salone Varesecorsi, piazza Motta 4 – Varese

Dal giorno successivo sarà possibile votare i racconti su questo blog, commentarli e scambiare opinioni.

Insomma continuare la lettura in modo diverso

Clicca sulla locandina per il programma completo.

E’ dentro il cervello che il papavero è rosso

Papaveri rossiL’arte contemporanea può consentirci di comprendere i meccanismi che regolano il funzionamento della nostra mente? E’ quanto Ludovica Lumer ha cercato di dimostrare lo scorso 8 Giugno in un avvincente contraddittorio con il pubblico presente a Villa Panza di Varese.

L’accostamento di principi scientifici legati alla sua attività di neurobiologa, alla sperimentazione individuale di ciò che percepiamo dall’osservare un’opera d’arte ha di-mostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che parlare di arte è come raccontare un sogno, l’ossessione di estrarre un significato da ciò che vediamo risponde alla nostra necessità di ridurre il livello di indeterminatezza del mondo che ci circonda, di riaverci dallo stupore di noi stessi davanti ad uno specchio. “Noi che siamo degli animali sociali, definiti dalle nostre interazioni sociali, abbiamo alla fine bisogno di ricuperare la nostra individualità” rivelandoci agli altri, raccontando la nostra esperienza.

L’emozionante Ganzfeld “Sight Unseen”, una delle opere di James Turrell attualmente in mostra nella Villa fino al 2/11/2014 ne è un esempio, un’effimera installazione che crea ambienti totalmente inesistenti ma sicuramente reali nella nostra percezione, l’opera d’arte esiste in quanto noi la percepiamo, “E’ dentro il cervello che il papavero è rosso e la mela odora e l’allodola canta” (O.Wilde – De Profundis)

UN POPOLO, UNA STORIA D’AMORE

Reuven Rubin - The Sea of Galilee - 1926-28

Reuven Rubin – The Sea of Galilee – 1926-28

Di solito un conflitto tra popoli ci coinvolge emotivamente e se dura da decenni, o meglio da secoli, la domanda è una sola: perché?

Differenze culturali, scontri sociali, problemi oggettivi, si concretizzano in forti contrapposizioni tra amore e odio, valore e distruzione, integrazione e separazione. Su queste è ancora più urgente il “capire”.

Da questa settimana Giorgio Tavani propone alcune riflessioni su quanto conosciamo del Popolo d’Israele attraverso una lettura critica della sua storia e dei suoi miti. “… Israele è una storia da raccontare, al di là di “quel che si sa” e di “quel che si dice”, con verità, disincanto e inquieto amore”.

Su questo blog, viceversa, chi vorrà potrà contribuire alla discussione affrontando l’argomento da un altro punto di vista: conoscere un popolo attraverso  le arti figurative, la letteratura e la musica.

Di volta in volta, avremo la possibilità di incrociare riferimenti storici, sociali, religiosi con una loro lettura trasversale fatta di pitture, sculture, architetture, fotografie, cinema, … Almeno ci proviamo.

Per maggiori dettagli e iscrizione ai corsi:

–  La scheda del corso

–  Unitre: G75 – ISRAELE, UNA STORIA D’AMORE

–  Varese Corsi: 21- ISRAELE, UNA STORIA D’AMORE

Roberto Saviano: Il diritto al delirio

Benché non possiamo indovinare il tempo che sarà, possiamo avere almeno il diritto di immaginare come desideriamo che sia. Le Nazioni Unite hanno proclamato le grandi liste dei diritti umani: tuttavia la stragrande maggioranza dell’umanità non ha altro che il diritto di vedere, udire e tacere. Che direste se cominciassimo a praticare il mai proclamato diritto di sognare? Che direste se delirassimo per un istante?

Puntiamo lo sguardo oltre l’infamia, per indovinare un altro mondo possibile: l’aria sarà pulita da tutto il veleno che non venga dalla paure umane e dalle umane passioni; la gente non sarà guidata dalla automobile, non sarà programmata dai calcolatori, né sarà comprata dal supermercato, né osservata dalla televisione; la gente lavorerà per vivere, invece di vivere per lavorare; ai codici penali si aggiungerà il delitto di stupidità che commettono coloro che vivono per avere e guadagnare, invece di vivere unicamente per vivere, come il passero che canta senza saper di cantare e come il bimbo che gioca senza saper di giocare; gli economisti non paragoneranno il livello di vita a quello di consumo, né paragoneranno la qualità della vita alla quantità delle cose; i cuochi non crederanno che alle aragoste piaccia essere cucinate vive; gli storici non crederanno che ai paesi piaccia essere invasi; i politici non crederanno che ai poveri piaccia mangiare promesse; la solennità non sarà più una virtù, e nessuno prenderà sul serio chiunque non sia capace di prendersi in giro; nessuno sarà considerato eroe o tonto perché fa quel che crede giusto invece di fare ciò che più gli conviene; il mondo non sarà più in guerra contro i poveri, ma contro la povertà, e l’industria militare sarà costretta a dichiararsi in fallimento; il cibo non sarà una mercanzia, né sarà la comunicazione un affare, perché cibo e comunicazione sono diritti umani; nessuno morirà di fame, perché nessuno morirà d’indigestione; i bambini di strada non saranno trattati come spazzatura, perché non ci saranno bambini di strada; i bambini ricchi non saranno trattati come fossero denaro, perché non ci saranno bambini ricchi; l’educazione non sarà il privilegio di chi può pagarla; la polizia non sarà la maledizione di chi non può comprarla; la giustizia e la libertà, gemelli siamesi condannati alla separazione, torneranno a congiungersi, ben aderenti, schiena contro schiena; la perfezione continuerà ad essere il noioso privilegio degli dei; però, in questo mondo semplice e fottuto ogni notte sarà vissuta come se fosse l’ultima e ogni giorno come se fosse il primo.

Tratto da “Il diritto al delirio” di Eduardo Galeano

Mitico “Codino” …

roberto_baggio“A tutti i giovani e tra questi ci sono anche i miei tre figli.

Per vent’anni ho fatto il calciatore. Questo certamente non mi rende un maestro di vita ma ora mi piacerebbe occuparmi dei giovani, così preziosi e insostituibili. So che i giovani non amano i consigli, anch’io ero così. Io però, senza arroganza, stasera qualche consiglio lo vorrei dare. Vorrei invitare i giovani a riflettere su queste parole.

La prima è passione.

Non c’è vita senza passione e questa la potete cercare solo dentro di voi. Non date retta a chi vi vuole influenzare. La passione si può anche trasmettere. Guardatevi dentro e lì la troverete.

La seconda è gioia.

Quello che rende una vita riuscita è gioire di quello che si fa. Ricordo la gioia nel volto stanco di mio padre e nel sorriso di mia madre nel metterci tutti e dieci, la sera, intorno ad una tavola apparecchiata. E’ proprio dalla gioia che nasce quella sensazione di completezza di chi sta vivendo pienamente la propria vita.

La terza è coraggio.

E’ fondamentale essere coraggiosi e imparare a vivere credendo in voi stessi. Avere problemi o sbagliare è semplicemente una cosa naturale, è necessario non farsi sconfiggere. La cosa più importante è sentirsi soddisfatti sapendo di aver dato tutto, di aver fatto del proprio meglio, a modo vostro e secondo le vostre capacità. Guardate al futuro e avanzate.

La quarta è successo.

Se seguite gioia e passione, allora si può parlare anche del successo, di questa parola che sembra essere rimasta l’unico valore nella nostra società. Ma cosa vuol dire avere successo? Per me vuol dire realizzare nella vita ciò che si è, nel modo migliore. E questo vale sia per il calciatore, il falegname, l’agricoltore o il fornaio.

La quinta è sacrificio.

Ho subito da giovane incidenti alle ginocchia che mi hanno creato problemi e dolori per tutta la carriera. Sono riuscito a convivere e convivo con quei dolori grazie al sacrificio che, vi assicuro, non è una brutta parola. Il sacrificio è l’essenza della vita, la porta per capirne il significato. La giovinezza è il tempo della costruzione, per questo dovete allenarvi bene adesso. Da ciò dipenderà il vostro futuro. Per questo gli anni che state vivendo sono così importanti. Non credete a ciò che arriva senza sacrificio. Non fidatevi, è un’illusione. Lo sforzo e il duro lavoro costruiscono un ponte tra i sogni la realtà.

Per tutta la vita ho fatto in modo di rimanere il ragazzo che ero, che amava il calcio e andava a letto stringendo al petto un pallone. Oggi ho solo qualche capello bianco in più e tante vecchie cicatrici. Ma i miei sogni sono sempre gli stessi. Coloro che fanno sforzi continui sono sempre pieni di speranza. Abbracciate i vostri sogni e inseguiteli. Gli eroi quotidiani sono quelli che danno sempre il massimo nella vita.

Ed è proprio questo che auguro a Voi ed anche ai miei figli”.