Serendipità

Serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino.” (Julius H.Comroe)

Serendipità è un neologismo: scoprire una cosa non cercata mentre se ne sta cercando un’altra. Spesso scoperte importanti avvengono mentre si sta sperimentando altro. In ogni scoperta è insito un margine di casualità, nell’arte moderna e contemporanea questa caratteristica è spesso volutamente cavalcata, basti pensare alle poetiche dadaiste e surrealiste.

Paradigma di serendipità: Colombo parte dall’Europa alla volta delle Indie e scopre l’America.

Portatevi la sedia

Mercoledi 20,30-22,30. 6 incontri dal 04 Aprile 2012

Conversazioni irrituali,a due voci, per non addetti ai lavori, sull’arte contemporanea dagli anni ’50 ad oggi: movimenti, autori, tematiche.

Parole chiave degli incontri: serendipità, ultrastimolo, ultrasottile, viandante, naufragio, specchio, chiralità, aptico, noeomai, estetica relazionale, dono.

Conduttori: Ermanno Cristini, Roberto Pugina

“L’arte è tutto ciò che gli uomini chiamano arte” – Dino Formaggio

“La questione dell’arte, quando è posta al livello generale di che cosa è l’arte , probabilemte non ha risposta” – Nigel Warburton, dopo aver esaminato una serie di tentativi filosofici di definire l’arte (teorie tutte in qualche misura difettose), conclude in questo modo un suo breve e brillante saggio di filosofia estetica.

Dovremmo dunque accontentarci della negazione wittgensteiniana sulla possibilità di una definizione ed accettare che molto probabilmente “arte” sia un termine basato su “somiglianze di famiglia” che sfuggirà sempre ai tentativi di fissarlo in una definizione.

Il corso non intende spiegare cosa sia “arte” e perché alcuni manufatti (oggetti ansiosi) siano considerati “arte” bensì, cercherà di porre interrogativi piuttosto che fornire risposte.

Il corso, procedendo rizomaticamente, si muoverà in qualsiasi direzione, cercando di stabilire nuove connessioni, nel tentativo di liberare il pensiero dall’assoggettamento a una forma-immagine predeterminata: vedere dietro di noi o, meglio, vedere non solo al buio, ma il buio.

Le parole chiave proposte sono un pretesto per un viaggio “liquido” nella postmodernità sapendo che non è detto vi sia ritorno.