Un filo conduttore lega Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti nella Parigi di inizio novecento: l’appartenenza alla comunità ebraica e la relazione con i mercanti d’arte Zborowski e Netter. Sono maledetti perché finiscono malamente un esistenza travagliata, spesso ubriachi o perseguitati, tutti prigionieri di un modo di vivere e di intendere l’arte difficilmente abbandonabile.
Amedeo Modigliani morto a 36 anni di tubercolosi e alcool, Maurice Utrillo morto di pazzia e alcool, Suzanne Valadon madre(?) di Utrillo, Chaim Soutine morto a 49 anni probabilmente pazzo, Henri Epstein morto ad Auschwitz a 53 anni, Aizik Feder morto ad Auschwitz a 57 anni, per citarne alcuni.
Moise Kisling invece non può considerarsi pazzo, alcolizzato o maledetto. E’ si estroverso, eccentrico, ma le sue opere sono diversa da tutte le altre. Lui non è tra “quella sporca dozzina”. Vi sfido a riconoscerle nella bella mostra “Modigliani Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter” aperta fino al 8 Settembre 2013 a Palazzo Reale di Milano. Un indizio: un pullover rosso.