REMO BRINDISI CON GLI OCCHI DI UN ALTRO

Qui c’è un paradosso, un paradosso bellissimo, che io non riesco a risolvere. Se davvero esiste una differenza fondamentale fra esperienza e descrizione, fra conoscenza diretta e mediata del mondo, come mai il linguaggio riesce ad essere così potente? Il linguaggio, questa invenzione squisitamente umana, può consentire quello che, in linea di principio, non dovrebbe essere possibile. Può permettere a tutti noi – perfino a chi è cieco dalla nascita – di vedere con gli occhi di un altro. (O.Sacks – L’occhio della mente – Adelphi)

E’ strabiliante constatare quanta delicatezza e attenzione il Museo Parisi-Valle di Maccagno abbia mostrato nei confronti dei ciechi e degli ipovedenti in occasione della mostra personale di “Remo Brindisi”. Le opere esposte hanno una breve trascrizione in Braille e all’ingresso è disponibile un catalogo descrittivo con testi stampati in un corpo molto grande per facilitarne la lettura. Chi non ha mai dimenticato gli occhiali a casa, scagli la prima pietra. E c’è chi fa di più: si chiama “Vedere con le mani per conoscere l’arte” ed è un progetto lanciato dall’Unione nazionale italiana volontari pro ciechi (Univoc). A prendervi parte, alcuni tra i maggiori musei di Torino e del Piemonte.

Una ragione in più per una visita rilassante sul lago Maggiore. La mostra è aperta dal giovedì alla domenica fino al 8 settembre 2013.

DA BRERA A MACCAGNO

Il Museo Civico Parisi Valle di Maccagno ospita fino al 30 Giugno 2013 un’interessante rassegna di lavori degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Segnalati dai docenti di Pittura, Scultura, Grafica, Decorazione, Anatomia, Tecniche Pittoriche, le opere vengono esposte al fianco di artisti permanenti quali De Chirico, Balla, Capogrossi, Fiume, Guttuso, per citarne alcuni, e lo stesso Vittorio Parisi, padrone di casa.

La struttura museale ad open space ben si presta a questa condivisione di spazi, lo sguardo sovrappone quadri ed installazioni vicini per coincidenza. Non solo, l’architettura, attraverso le sue ampie vetrate intelaiate, offre una vista sui giochi d’acqua del torrente che sfocia nel lago Maggiore. E anche qui il paragone si triplica tra contemporaneo e nuovo, tra natura e stile, tra movimento continuo e immagine statica.

Il Museo è immerso fisicamente nell’acqua che transita sotto di esso come una nave che risale la corrente. I bagnanti che vengono e vanno al lido di fronte ne percorrono le traiettorie vicine, sfiorando con lo sguardo le opere esposte, questa volta da fuori a dentro, senza alcun imbarazzo per l’aspetto formale dell’edificio e del suo contenuto serioso.