Di solito un conflitto tra popoli ci coinvolge emotivamente e se dura da decenni, o meglio da secoli, la domanda è una sola: perché?
Differenze culturali, scontri sociali, problemi oggettivi, si concretizzano in forti contrapposizioni tra amore e odio, valore e distruzione, integrazione e separazione. Su queste è ancora più urgente il “capire”.
Da questa settimana Giorgio Tavani propone alcune riflessioni su quanto conosciamo del Popolo d’Israele attraverso una lettura critica della sua storia e dei suoi miti. “… Israele è una storia da raccontare, al di là di “quel che si sa” e di “quel che si dice”, con verità, disincanto e inquieto amore”.
Su questo blog, viceversa, chi vorrà potrà contribuire alla discussione affrontando l’argomento da un altro punto di vista: conoscere un popolo attraverso le arti figurative, la letteratura e la musica.
Di volta in volta, avremo la possibilità di incrociare riferimenti storici, sociali, religiosi con una loro lettura trasversale fatta di pitture, sculture, architetture, fotografie, cinema, … Almeno ci proviamo.
Per maggiori dettagli e iscrizione ai corsi:
– Unitre: G75 – ISRAELE, UNA STORIA D’AMORE
– Varese Corsi: 21- ISRAELE, UNA STORIA D’AMORE
bella presentazione. Se posso fare un unico appunto, giusto per rompere le scatole, dalle prime parole della descrizione sembrerebbe che quella del popolo di Israele sia una storia fatta di conflitti (…che durano da decenni se non da secoli). Credo sia un’affermazione impropria, valida solo se guardiamo appunto gli ultimi decenni. Più in generale è storia di un Popolo tra gli altri, da intendere sia come alla stregua degli altri, sia come “ospite” degli altri o “suddito” di altri.