La Natura

“La rappresentazione della natura – in un percorso perfettamente parallelo alla rappresentazione delle fattezze dell’uomo – è diventata lo schermo sul quale l’uomo ha proiettato le proprie passioni, la propria idea del mondo, e il senso della vita su questo pianeta. Per precisare le valenze introspettive di tale viaggio, a un certo punto della sua storia, esattamente in epoca romantica, l’uomo-artista ha anzi inventato la formula riassuntiva <<paesaggio-stato d’animo>>.” (Flavio Caroli, Il volto e l’anima della natura)

La natura, nell’arte del novecento, passa dall’essere rappresentata all’essere presentata. Centrale e paradigmatica  di questo passaggio è la figura del tedesco Joseph Beuys .

In continuità col pensiero romantico, come fosse l’ultimo dei romantici, Beuys, come Goethe, sarà in Italia e l’Abruzzo diventerà uno dei luoghi per dare corpo alla sua grande utopia: la “scultura sociale”. Tra i fondatori del movimento dei Verdi, Beuys, <<quando parla di “difesa della natura”, non la intende solo in termini ecologici, ma in senso antropologico, più ampio: difesa dell’uomo, dell’individuo, della sua creatività e dei suoi valori.>> (Lucrezia De Domizio Durini)

NAUFRAGIO (con spettatore) VIANDANTE

ImmagineLa metafora del viaggio, considerata da Blumenberg (Naufragio con spettatore, Il Mulino, Bologna, 1985) come lo strumento per comprendere l’esistenza umana, viene utilizzata per intendere la modernità rappresentata soprattutto nel passaggio da un osservatore distante dal naufragio ad un osservatore coinvolto e immerso nei pericoli della navigazione. Platone parla di una navigazione verso la Verità: il rischio è quello di raggiungere o meno la meta; Pascal parla di una navigazione dentro l’esistenza in cui il soggetto vive i pericoli che la navigazione comporta. Esiste anche l’esperienza di essere insieme naufraghi e spettatori di sé stessi; per Leopardi “il naufragar m’è dolce in questo mare” e di Ungaretti è il paradosso: “E subito riprende il viaggio/Come/Dopo il naufragio/Un superstite/Lupo di mare”. “Naufragio con spettatore” è in fondo una definizione non solo della filosofia, ma dello stato dell’arte. AI concetto di “naufrago” è, in qualche misura correlato quello di “viandante”. Umberto Galimberti (“Il viandante della filosofia” Ed. Aliberti) in una intervista spiega: “L’etica dei principi mutabili non funziona perché la natura è manipolabile. Potremmo ricorrere ad Aristotele, che ci indica nell’etica della ‘saggezza e prudenza’ la possibilità di valutare caso per caso. Fare una valutazione non significa dettare principi e regole, ma chiede di decidere se la questione in campo è vantaggiosa o no per l’essere umano, a seconda delle circostanze. Purtroppo ci troviamo in un’etica non eterna, – non immutabile, quella che io chiamo l’etica del viandante. E il viandante di volta in volta deve decidere come si fa a superare la montagna o a traversare il fiume.”

Adotta un’opera 2009

Adottare un’opera!
Mi è subito piaciuto questo modo di proporre l’iniziativa; adottare, significa scegliere per sé qualcosa qualcuno che non è stato creato da te stesso.
L’arte ha in sé molto dell’atto creativo.
Mi sono soffermata a lungo su queste opere e penso di avere scelto questa per il suo modo di uscire dallo spazio in una scompostezza quasi casuale, eppure son certa pensata e ragionata a lungo dal suo giovane autore. L’opera è in-colore, ovvero bianca su sfondo nero.
Di recente ha perduto una i e questo ci ha ricordato che è passato quasi un anno dal suo ingresso nei nostri uffici , segno, forse, che è giunto il momento torni al suo legittimo proprietario e lasci lo spazio ad una nuova opera che possa a sua volta essere adottata.
Una bella iniziativa, sicuramente da ripetere!