Dal 1 Luglio al 1 Ottobre 2012 il MoMA di New York propone la più grande retrospettiva fuori d’Italia delle opere di Alighiero Boetti (1940-1994). Lavorando nella sua città natale di Torino nei primi anni 1960 in mezzo a una cerchia ristretta di artisti che comprendeva Luciano Fabro, Mario Merz, Giulio Paolini e Michelangelo Pistoletto, Boetti si afferma come uno degli artisti più importanti del movimento Arte Povera.
Per il lavoro Viaggi Postali, iniziata nell’estate del 1969, Boetti invia buste ad amici, parenti e colleghi artisti, utilizzando indirizzi immaginari, inoltrando ciascuna busta ritornata ad un altro luogo inesistente creando viaggi immaginari per la gente che ammira. Per altri lavori utilizza francobolli differenti, disposti sulle buste in permutazioni astratte per comporre la sua arte. Invia cartoline raffiguranti un monumento della sua città natale da luoghi di tutto il mondo, costituendo di fatto una mappatura immaginaria di luoghi e persone ad essi legati.
Un principio matematico-combinatorio si trasforma in una sorta di danza, in cui il francobollo “mobile” salta da una posizione all’altra componendo una sorta di linguaggio morse.
[…] mi ritrovo a parlare sempre di questo concetto del doppio, che […] percorre tutto il mio lavoro. Il fatto è che ci troviamo di fronte a una realtà naturale: è incontrovertibile che una cellula si divida in due, poi in quattro e così via; che noi abbiamo due gambe, due braccia e due occhi e così via; che lo specchio raddoppi le immagini; che l’uomo abbia fondato tutta la sua esistenza su una serie di modelli binari, compresi i computer; che il linguaggio proceda per coppie di termini contrapposti […]. È evidente che questo concetto della coppia è uno degli elementi archetipi fondamentali della nostra cultura […]. (A. Boetti, 1988)