Prosegue la collaborazionecon Il Cavedio sul Corto letterario e l’illustrazione.
Il secondo corto è: PISCIONE, OVVERO LA NEMESI di Massimo Umbertone.
Il momento dei cocktail è finito, hai appena il tempo di infilarti nella toilette mentre ripassi mentalmente il discorso della premiazione. Di sfuggita dai un’occhiata compiaciuta allo specchio (è così allora che ti vedono gli altri…) e prendi posto davanti al gabinetto a muro. Stai tirando giù la cerniera, e una parte della tua mente già pregusta un delizioso momento di abbandono, quando senti un oggetto duro premerti a metà della spina dorsale.
“Alza le mani e girati lentamente!” dice una voce concitata.
Ubbidisci.
Davanti a te, con una pistola spianata, c’è un piccolo uomo sgradevole, forse un po’ più giovane di te, con un testone spelacchiato di capelli rossi.
Fai un cenno per chiedere il permesso, e lentamente abbassi la mano destra per tirare su la cerniera. Poi, sempre molto lentamente, porti la mano alla tasca: “Guardi, nel portafoglio avrò un centi…”
“Tieni le mani in alto! – urla isterico l’omino – Ma davvero non mi riconosci? Scuole Medie Manzoni, classe prima C..”
Un tuo sguardo vuoto.
“Fabio Vitiello…”
…?
“Piscione.”
Piscione! Ma sì – pensi- ecco di chi è questa faccia da idiota! Così è diventato una rapinatore da gabinetti… Proprio una carriera degna di lui, anche se non pensavi che, invecchiando avrebbe sviluppato le palle sufficienti per minacciare qualcuno.
In ogni società organizzata ci sono i primi e ci sono gli ultimi: è una legge di natura. Tu facevi parte dei primi già alle scuole medie. Eri nato per essere un capo. Piscione, piccolo, antipatico, e con quel modo tutto storto di tenere la testa, era nato per essere preso per il culo dai suoi compagni, soprattutto da quelli che, come te, facevano la terza media quando lui era in prima.