Israele una storia d’amore – Dispensa 1
(Ad esclusivo uso interno di Unitre Tradate)
ISRAELE, UNA STORIA D’AMORE
Quella di un popolo per la sua storia
Con qualunque occhio lo si guardi, il popolo di Israele è da sempre oggetto di interesse, curiosità, giudizi. Ma Israele è anche la sua narrazione, con i suoi miti fondativi e la sua realtà storica che dura da più di tre millenni. Una storia da raccontare con verità, disincanto ….e inquieto amore.
CHI È EBREO?
- Secondo la Tradizione “è ebreo chi nasce da madre ebrea” indipendentemente dal luogo geografico di residenza.
- ebrei si nasce, – lo si può anche diventare
- Essere ebrei non significa appartenere ad una “razza”
- significa riconoscersi in una particolare prassi di vita che, per millenni, si è radicata in una comprensione religiosa della storia.
- D’altro canto però sbaglieremmo se leggessimo l’esperienza ebraica soltanto attraverso la categoria della religione
- L’ebraismo comprende i concetti di “popolo” e “cultura”
Prima parte – A: LA NARRAZIONE BIBLICA
Prima parte – B: PIETRE STELI E PAPIRI
- La regione palestinese nel tardo bronzo era di circa 15.000 persone
- All’età del ferro erano 50.000
- Media città palestinesi dell’età del Bronzo: (2800 – 1200 ac): 3/4000 abitanti
- L’Egitto dai 3 ai 4 milioni
- Babilonia circa 2 milioni
- Tra il 1470 e il 1170 ac circa la Palestina è stata sotto diretto dominio egiziano.
- Il governo della regione avveniva attraverso “piccoli re”
- L’80% della popolazione viveva in campagna, lontana dalla politica e dalla cultura delle città;
- Il villaggio: dai 18 ai 70 abitanti; spesso costituito da un clan famigliare
- Ai margini dei centri abitati vivevano “nomadi esterni”
- Erano pericolosi, ostili
- La Stele di Seti riferisce di lotte locali (1289 ac), nomina gli Habiru e una tribù di Ram (abu Ram – Avram)
La Stele di Merenptah 1230 ac descrive una sconfitta di Isrir e indica una “regione di Canaan”
Quindi nel XII secolo ac
- Habiru, Avramiti e Isrir erano gruppi pastorali presenti nella regione palestinese fuori dalle città
- Spesso in fuga dalla schiavitù economica
- Vennero gradualmente tutti definiti Habiru, fuggiaschi
- Il termine cambierà significato: da fuggiasco a fuorilegge, in quanto ostili
- Da Habiru a Ibri, Ivrim, ebrei
- Da Avramiti a Avramim, Abramiti
- Da Isrir a Israelim, Israeliti
- La tesi oggi prevalente è quella di un’occupazione progressiva del territorio attraverso la sedentarizzazione di gruppi pastorali già presenti nell’area e dell’infiltrazione da sud.
- Causa determinante: l’inaridimento del Sahara e del deserto d’Arabia.
- I cosiddetti “popoli del mare”, tra cui il più importante era quello dei Filistei, si inserivano lungo la costa mediterranea.
- Vennero contenuti dagli Egizi, che permisero loro di stabilizzarsi tra Gaza e Ashdod
- La Palestina tra l’XI e il X sec ac si trovò libera da domini stranieri e lo rimarrà fino all’espansione assira da nord.
- Ciò consentì la formazione di piccoli regni locali
- Le città divennero più piccole e gradualmente tutte cinte di mura difensive.
- Saranno i gruppi pastorali a definire il nuovo assetto organizzativo.
- Nell’età del Ferro i rapporti sociali vennero via via sempre più rappresentati secondo un modello genealogico. Il nome del villaggio è quello del capostipite da cui gli abitanti discendono.
- Villaggi e famiglie erano imparentati con la pratica dei matrimoni incrociati.
- In tal modo avvenne anche il progressivo assorbimento degli Habiru nei villaggi.
- Nasce la “Tribù” intesa come un insieme di villaggi,ossia di clan famigliari, che si considerano imparentati.
- Alla scrittura cuneiforme, complessa e accessibile a pochi iniziati, si sostituisce l’alfabeto: un codice più semplice e usufruibile da molti
- Nell’area arabica si impara ad addomesticare il dromedario, mentre nella regione iranica il cammello.
- Grazie a ciò i commerci vengono incrementati
- Le tribù che allevano tali animali crescono in prestigio e in potenza economica.
- I villaggi aumentano di numero e coprono il territorio in modo maggiormente uniforme
- Il fenomeno insediamentale più indicativo è l’occupazione degli altopiani da parte di una popolazione agro-pastorale che costruì piccoli villaggi sulle alture.
- Tale popolazione era composta dalla fusione di elementi tribali già esistenti nella zona, ma irrobustiti da apporti demografici di provenienza agricola.
- Quella popolazione può essere definita “proto-israelitica”, se si vuole definire israelitica quella del successivo regno di Israele.
- La nuova società non era del tutto omogenea.
- Nelle zone di Manasse e Bassa Galilea vi era maggiore continuità con la cultura cananea
- Difficile individuare frontiere tra le diverse tribù (insieme di clan), mentre i “marcatori” indicano la distinzione tra mondo tribale e residuo mondo cananaico, con l’assenza di ossa di maiale sugli altopiani e invece la loro presenza nei centri cananei di pianura.
- Sugli altopiani si trova un’economia agro pastorale basata su cereali e caprovini, vino e olio (i cui marcatori sono i torchi)
- La struttura sociale era organizzata per unità decrescenti: la tribù, il clan (mishpaha famiglia allargata) e geber (nucleo famigliare).
Luoghi di riunione israeliti
- i marcatori sono le ceramiche ritrovate, diverse da quelle cananee
- a forma di impronta, segno di possesso del territorio.
- Divennero anche luoghi di culto
- Si ha riscontro di una tribù di Giuda nella zona tra Gerusalemme e Hebron.
- Tale tribù costituì il supporto tribale nel regno di David a metà del X secolo, così da poter ritenere che la tribù esistesse almeno un secolo prima.
- L’esistenza delle tribù meridionali di Shimon e Levi è dubbia
- Beniamino a nord di Gerusalemme e Efraim e Manasse negli altopiani centrali sono da considerarsi antiche (X sec.) con la costituzione del regno di Saul
- Le tribù pastorali di Gad e Ruben a est del Giordano sono autentiche e originarie
- Di antico insediamento in Galilea sono le tribù di Zebulon, Neftali e Issacar
- La collocazione della tribù di Dan sulla costa mediterranea non ha riscontri certi.
Le mitiche 12 tribù si erano e come legate tra loro?
- NO nel XII secolo (all’epoca di Giosuè biblico)
- Possibili azioni militari comuni tra alcune di quelle tribù (V. Deborah e Barak), i cui episodi sono collocabili temporalmente appena prima delle vicende di Saul e di David.
- Il biblico “Codice dell’Alleanza” è compatibile con tale economico e dovrebbe essere stato redatto in quel periodo;
- Rispecchia la società israelitica premonarchica.
- Il termine “ebreo” è ancora pronunciato Habiru e si intende persona di status libero.
- Rimangono escluse le zone costiere, la valle di Yezreel e la media valle del Giordano
- Si tratta di zone densamente popolate e quindi poco penetrabili.
- I Filistei prospereranno sulla costa
- L’Egitto aveva perso influenza sulla regione, ma manteneva le sue mire. Le sue attività militari si limitavano alle zone costiere e pianeggianti, evitando di andare sugli altopiani.
- Le tribù locali guardavano peraltro all’Egitto come luogo di rifugio in caso di carestie o calamità
- Le città-stato sono legate da vincoli amministrativi, hanno una città capitale con i palazzi reali e amministrazione formale e scritta. Non sviluppano una coscienza comunitaria nè un concetto di solidarietà se non sulla base dell’organizzazione amministrativa del territorio
- Gli stati etnici, invece, devono la loro coesione al senso di appartenenza.
- Hanno scarso bisogno di strutture urbane e amministrative e nemmeno di leader, se non per le singole necessità.
- Sviluppano un forte senso di appartenenza, di identità, basato sulla coscienza di una comune discendenza.
- L’acquisizione di un dio nazionale sarà lenta e progressiva.
- E’ significativo come nessuno dei Patriarchi, dei Giudici e dei Re porti nomi Yahvisti se non in misura modesta e inferiore alla distribuzione dei nomi di radice cananea
- In progresso di tempo i due tipi di società tenderanno a convergere: il tipo etnico dovrà dotarsi di ordinamenti e strutture simili alle città stato.
- Il processo formativo di entità politiche definibili come “israelitiche” è consentito dal progressivo crollo del sistema regionale basato sul controllo del territorio da parte, in particolare, dell’Egitto (da cui “uscire dall’Egitto”).
- Mentre con le città stato si possono avere conflitti anche cruenti, tra le comunità tribali si apre un confronto fatto di affinità, sul piano culturale, e di competizione, sul piano economico, per il controllo delle risorse.
- Le città stato della costa trovano aggregazione tra loro su base etnica. I Filistei matureranno comportamenti concertati nei confronti dei popoli degli altopiani a ridosso del loro territorio.
- Le tribù degli altopiani si aggregano attorno a due preesistenti insediamenti, Gerusalemme e Sichem
- Successivamente aggregheranno le zone agricole limitrofe,la piana di Yezrael e la costa settentrionale della Galilea.
- Analogamente altri gruppi etnici, in particolare in Transgiordania, avranno lo stesso processo di aggregazione, distinguendosi sempre più dai gruppi israeliti.
- All’inizio dell’età del Ferro si assiste all’aggregazione delle tribù dell’altopiano attorno a Sichem a nord e a Gerusalemme a sud.
- La cultura tribale prenderà il sopravvento in tali città.
- Aggregheranno tribù affini
- Gli Habiru arriveranno a costituire attorno alla città di Sichem il regno di Saul e di quello di David a Hebron
- David combatte alla testa di una sorta di “banda”, fatta per lo più di sbandati Habiru
- Gerusalemme, abitata dai Gebusei, verrà annessa ai territori già tenuti da David e ne farà la sua città
- Vi porterà da Hebron il culto di Yahvè
- A nord, attorno a Sichem assumerà importanza il clan efraimita.
- Da città cananea Sichem diverrà centro di una formazione tribale
- Diverse tribù pastorali devono dividersi il territorio: nella piana di Megiddo c’è Manasse; più a nord Asher, Neftali e Zabulon.
- Le loro vicende, enfatizzate, sono collocabili nel periodo della conquista della terra promessa (Giosuè) e dei Giudici.
- Lo scontro storicamente più plausibile è la battaglia a Ta’anak presso Megiddo, con le milizie tribali di Zabulon issacar, Neftali Manasse, Efraim e Beniamino, guidate da Barak (Debora) che affrontano i carri da guerra delle città cananee guidati da Sisera.
- Quella coalizione delle tribù viene definita “Israele”.
- Il futuro regno del nord andrà poi a chiamarsi così
- L’inclusione di Gerusalemme dà al regno una struttura amministrativa e una gerarchia, una distribuzione di ruoli e responsabilità.
- Non è possibile dare attestazione certa che il regno di David si sia esteso a nord oltre Sichem
- David riuscì a trasmettere il trono a uno dei suoi figli, l’ultimo, Salomone, dando origine a una vera e propria dinastia.
Con Salomone due scenari:
- il primo: l’estensione del regno non fu maggiore di quello assegnabile a David;
- il secondo: un regno ancora in espansione che copre l’alta Galilea a nord e il Negev a sud.
- Salomone rafforza l’apparato amministrativo. Il suo regno è qualificabile come “amministrativo” in contrasto con quello “militaresco e guerriero” di David
- Alla morte di Salomone la tribù di Beniamino confermò i suoi legami con Gerusalemme e con Giuda
- Efraim si collegò con Manasse. La nuova entità politica assunse il nome di Israele e Geroboamo fu il primo re.
- L’elemento tribale prevalse su quello cittadino,
- Si verificarono successioni violente, interventi di profeti, rigetto delle strutture fiscali e amministrative, particolarismo tribale.
- Solo con il re Omri si ha un decollo politico istituzionale e economico del regno. Dopo di lui Achab. In tutto una trentina d’anni.
- Omri fondò Samaria, la nuova capitale a nord ovest di Sichem.
- In Israele vigeva il pluralismo religioso. In particolare Elohim, Baal (e Yahvè)
- Re Yehu sosteneva il culto di Yahvè contro il baalismo.
- Spalleggiato da Eliseo e da altri profeti, sui quali la tradizione popolare raccontava episodi miracolosi (tra cui l’ascesa al cielo di Elia).
- Yahvè divenne il “dio nazionale”, ma il suo culto teneva in conto la presenza di altre divinità, anche ufficialmente accettate, e convisse con il culto di Baal in particolare.
- La dinastia di Yehu portò infine stabilità e benessere nel regno
- Ma nel 745 salì al potere il re assiro Tiglat-pileser III che alcuni anni dopo entrò nel territorio di Israele, deportò le elite e importò gente straniera.
- Alla morte di Salomone, quindi, il regno di Gerusalemme rimase circoscritto al territorio di Giuda e Beniamino.
- Il primo re fu Roboamo, figlio di Salomone.
- Tra i secoli X e VIII si assistè a una lenta crescita di Giuda.
- Nell’VIII secolo la popolazione stimata era di 110.000 abitanti
- Lo Yahvismo della casa regnante non implicava l’esistenza di un’unica religione di stato: gran parte della popolazione era dedita ai culti agrari della fertilità.
- Ciononostante lo yahvismo fu più saldo a sud che a nord probabilmente per due motivi:
- la marginalità topografica di Giuda, meno esposta a influenze esterne e concentrata sulla capitale dove il tempio fungeva da polo di attrazione.
- la probabile origine meridionale di Yahve. Nella Bibbia le teofanie di Yahve si verificano tutte al sud, dove erano presenti anche i Madianiti
- Comunque, pur se diversi in potenza e ruolo internazionale, Israele e Giuda sono nel periodo tra l’inizio del IX secolo e la fine dell’VIII secolo due regni che condividono molti aspetti di un’ideologia religiosa e politica:
- un dio nazionale, astratto, cui il popolo è legato da una promessa,
- la guerra santa,
- la punizione dell’infedeltà
- Il re d’Israele Peqah minacciò l’indipendenza di Giuda e pose Gerusalemme sotto assedio.
- Il re di Giuda Achaz chiese aiuto a Tiglat Pileser dichiarandosi suo servo e versandogli tributi.
- Il re assiro colse l’occasione per invadere la Galilea (734-733)
- Si stima che circa 13.500 israeliti vennero deportati in Siria
- Nel 721 cadde anche Samaria e altri 27.000 furono i nuovi deportati
- Giuda ritenne di non dover a quel punto pagare più alcun tributo, ma la Siria l’attaccò. Gerusalemme resistette, ma i deportati da Giuda furono circa 200.000
- Nel territorio di Israele furono immesse popolazioni assire e di province assire, allo scopo di arrivare ad una assimilazione sul piano sia linguistico che culturale e politico.
- L’assimilazione linguistica portò alla diffusione dell’aramaico
- L’assimilazione religiosa sfociò in un sincretismo tra i diversi culti.
- Lo Yahvismo permaneva, sia pure modificato, poiché comunque rappresentava l’unico legame con i fratelli di Giuda.
- Gruppi di Israeliti siano passati nel territorio di Giuda, contribuendo alla crescita demografica, alla competenza amministrativa e all’elaborazione religiosa (il culto di El -Elhoim del nord scende a sud)
- Gerusalemme divenne punto di riferimento anche per gli scampati del nord
- Le riforme religiose di re Ezechia di Giuda, dovute anche all’afflusso di sacerdoti e leviti dal nord trasformarono Yahvè da dio nazionale a dio esclusivo, (i profeti a sostegno sono Osea, Michea, Isaia (profeti che da nord passarono a sud).
- alla morte di Ezechia, il suo successore Manasse reintrodusse il pluralismo religioso.
- Quando l’Assiria perse il controllo delle sue provincie più lontane, in Giuda salì al trono Giosia (640-609)
- Diede nuovo impulso sul piano religioso, politico e ideologico.
- sostituì una dipendenza e fedeltà al signore terreno, l’imperatore assiro, con una dipendenza e fedeltà al signore divino Yahvè.
- Il “ritrovamento” del Libro della legge ha così lo scopo di fornire i concetti fondamentali del progetto che Giosia voleva far passare:
- Yahvè è dio unico
- rapporto speciale con il suo popolo, basato su un “patto”
- Yahvè ha dato a Israele la terra di Canaan
- Canaan dovrà essere conquistata secondo le procedure della guerra santa
- il popolo deve fuggire da ogni idolatria
- il tempio deve essere uno solo a Gerusalemme
- Giosia ristrutturò il tempio di Gerusalemme, lo ampliò e fece distruggere ogni altro luogo di culto.
- La storiografia posteriore attribuì a Salomone la costruzione e l’arredo del tempio, costituendo di quell’episodio uno dei miti fondativi del popolo.
- Il ripristino della festa della transumanza (Pesah) avrebbe avuto lo scopo di indurre il popolo ad andare almeno una volta l’anno al tempio di Gerusalemme.
- Fu ancora l’impostazione deuteronomista (del libro ritrovato) a fornire l’idea che la Pasqua dovesse venire collegata all’episodio fondante della “fuoriuscita dall’Egitto”
- Si insistè (con il profeta Geremia) perché anche le tribù del nord si riunissero attorno al tempio di Gerusalemme. Tale tentativo non ebbe però successo.
- Secondo la medesima scuola di pensiero deuteronomistica si scrisse la storia del popolo a partire da Mosè fino a Giosia secondo quella chiave di lettura.
- Lo scopo era dimostrare che le fortune del popolo di Israele erano direttamente collegate al loro rispetto del patto con Yahvè.
- La morte in battaglia di Giosia a Megiddo contro l’esercito egiziano, interruppe il suo progetto.
- La sconfitta militare e il ritorno dell’Egitto sopra Israele fece vacillare la fede in Yahvè, il quale non aveva sostenuto il suo popolo.
- I profeti si prodigarono a dare la colpa alla persistente infedeltà del popolo.
- Il progetto di Giosia fu però il cardine di una nuova consapevolezza del popolo e dell’idea di unirsi e allearsi con un dio unico con cui stringere un patto esclusivo.
Quel progetto fornì la traccia per la ricostruzione retroattiva della storia d’Israele che si sarebbe affermata nei secoli successivi, scritta nei testi che formeranno la Bibbia
- L’impero babilonese (o Caldeo) andava espandendosi e arrivò ad aggredire Giuda e assediare Gerusalemme
- Al tempo di Ioiakim (597 a.c.) il Regno di Giuda venne sconfitto da Babilonia
- Il Tempio di Gerusalemme fu parzialmente distrutto
- Ne seguì una prima deportazione dell’élite
- Una seconda deportazione si verificò dieci anni dopo (587 a.c.) a seguito di una rivolta contro Babilonia al tempo del re Sedecia.
- Gerusalemme fu rasa al suolo e ciò rappresentò la fine del Regno di Giuda
- Infine cinque anni più tardi, secondo Geremia, si verificò un terzo esilio, con una nuova deportazione dell’èlite religiosa, politica e economica.
- La popolazione rurale rimase dov’era, come già al nord.
- La Bibbia la identifica come “am ha’aretz”.
- Fra questi “rimasti” permaneva un qualche culto di Yahvè anche in assenza delle élites.
- Durante l’esilio babilonese, privati della terra e del tempio, i Giudei plasmarono nuove forme identitarie basate su una religione molto innovativa in cui riconoscersi e distinguersi.
- In particolare i due segni di distinzione più evidenti furono:
- la circoncisione e
- l’osservanza del sabato
- Tale religione permise la loro sopravvivenza come entità socioculturale.
- Fu in questi anni che si formò quella che venne da loro considerata la definitiva interpretazione del culto di Yahvè
- Si cominciò a metterla per iscritto sulla base del vecchio progetto di Giosia, configurando così gradualmente la forma e i contenuti degli altri libri di quella che sarebbe poi diventata la “Torah.”
- Quando i Persiani presero Babilonia, il loro re, Ciro il Grande, permise il rientro dei Giudei (539 a.c.) e la ricostruzione del Tempio (515 a.c.).
- Non tutti rientrarono volontariamente: una parte fu indotta o costretta.
- Molti rimasero in Babilonia.
- I “ritornati” definirono se stessi “il resto di Israele”, in contrapposizione con “i rimasti”.
- Il “resto” disconobbe i Samaritani
- Secondo il testo biblico, opera degli intellettuali e dei sacerdoti, le innovazioni religiose introdotte vennero proposte come
Restaurazione dell’autentico culto antico
- Tale azione innovativa si coglie in particolare nei libri di Esdra e Neemia
- Storici e archeologi individuano diverse innovazioni, che caratterizzarono da quel momento in poi il giudaismo:
- Il definitivo trionfo del monoteismo più intransigente;
- L’assegnazione del culto ai Sacerdoti e, in subordine, ai Leviti (Libro del Levitico)
- L’esclusione del re dalla funzione sacerdotale
- L’autodefinizione di popolo chiuso, distinto e separato dagli altri
- L’adozione dell’aramaico come lingua corrente
- L’adozione di un nuovo calendario
- Il trauma dell’esilio costrinse i Giudei a reinterpretare se stessi e la loro religione.
- L’esilio generò la necessità della messa per iscritto di tutto quanto era inteso come sacro fino ad allora, includendo i libri profetici e gli scritti del tempo.
- Le parti più antiche di testi già scritti in precedenza, vennero ritoccate e armonizzate alle nuove.
- Il culto veniva reinventato in una dimensione più spirituale (senza più tempio, né re, né territorio).
- Tali modifiche rimasero poi cristallizzate anche dopo il ritorno in terra di Giuda.
Il processo identitario, la promessa divina ad Abramo di moltiplicare a dismisura il popolo e diffonderlo su tutta la terra si realizzò non già nella vittoria e nell’indipendenza, come vagheggiato da chi formulò quella promessa; ma proprio al contrario, per effetto della sconfitta, della dispersione e della sottomissione imperiale.
Il periodo ellenistico
- Le conquiste di Alessandro Magno spazzarono via l’impero persiano, poi i territori lungo la costa mediterranea. Tutte le città fenicie capitolarono. Poi Alessandro si portò verso la Palestina, entrò in Egitto, accolto come liberatore dagli Egiziani.
- Giuda e Samaria divennero provincie dell’impero di Alessandro.
- Alla morte di Alessandro l’impero venne suddiviso tra i suoi generali. Di questi due ci interessano : Tolomeo e Seleuco
- Tolomeo assunse il controllo dell’Egitto, con capitale la nuova città di Alessandria che divenne una delle più grandi metropoli del mondo antico.
- Seleuco, dopo essere diventato signore di Babilonia, estese il proprio potere alla Siria e l’Iran
- Entrambi puntavano alla Palestina, come terra di transito e di congiungimento.
- Vi riuscì Tolomeo (301 ac).La Palestina fu governata dai Tolomei per quasi un secolo.
- Verosimilmente gli ebrei avevano lo status avuto sotto i persiani (autonomia).
- I Tolomei non interferivano sulle questioni interne
- E’ attestato lo sviluppo di un’aristocrazia sacerdotale.
- Nel frattempo in Egitto la popolazione ebraica, presente da secoli, era cresciuta enormemente anche grazie a una nuova ondata di immigrazione, per lo più forzata. (nel I secolo si stima 1 milione di persone in totale)
- Alessandria divenne un centro ebraico e gli ebrei fuori Palestina superavano in numero quelli residenti in patria.
- Gli ebrei egiziani adottarono la lingua greca. Per questo si decise di tradurre i testi sacri in greco (dei settanta)
- Ciò la rese fruibile anche ai gentili e, per contro, la lingua greca avvicinò gli ebrei al mondo ellenico.
- In seguito tali sviluppi avrebbero portato a facilitare la diffusione del cristianesimo.
- Nel 198, con Antioco Epifane, l’impero seleucide distrusse, dopo una lunga guerra, l’armata egiziana a Paneas (Banias) presso le sorgenti del Giordano e annesse quindi la Palestina, nella gioia degli ebrei, felici per la fine di quella guerra.
- Antioco mostrò agli ebrei la più grande considerazione: fece rientrare i rifugiati, liberò i prigionieri.
- L’ellenismo ormai era diffuso e nemmeno gli ebrei di Palestina ne rimasero immuni.
- La Palestina era punteggiata di colonie greche: a Samaria (divenuta Sebaste) Acco (Tolemaide) Beth Shean (Scitopoli) tra le tante.
- Le ambizioni di Antioco III, in particolare nei confronti di Roma, contro cui aveva osato misurarsi militarmente, lo portarono a sottoscrivere una pace umiliante con i romani (Pace di Apamea)
- dovette cedere ai Romani tutta l’Asia minore
- Antioco IV Epifane, spinto dal bisogno di pagare i tributi a Roma adottò una politica repressiva, depredando i tesori dei templi, compreso quello di Gerusalemme. (V. Libro di Daniele)
- Incoraggiò, quando non impose l’ellenizzazione, compreso il culto di Zeus e di altri dèi greci.
- La tensione salì al punto che Antioco decretò la proscrizione del giudaismo.
- Trattò Gerusalemme come città nemica, vi fece entrare l’esercito che massacrò la popolazione e saccheggiando la città.
- Il tempio divenne sede del culto ellenico di Zeus e vi venne offerta carne di maiale.
- Le famiglie che circoncidevano i figli venivano messe a morte e la popolazione veniva costretta a mangiare cibo non kosher.
- Se tutto ciò fu accettato da diversi strati della società israelita, compresi anche parte dei sacerdoti, spinse molti altri ebrei alla ribellione (II Maccabei)
- Nel 167 ac Giuda Maccabeo (il martello) organizzò la resistenza per l’indipendenza.
- Marciò su Gerusalemme, intrappolò la guarnigione seleucide e purificò il tempio.
- Nel 164 ac, tre anni dopo la sua profanazione, il tempio fu nuovamente consacrato tra grandi festeggiamenti (Festa di hanukkah)
- Nel 161 la famiglia degli Asmonei (fondata da Simone Maccabeo) firmò un’alleanza con Roma nella quale erano trattati come famiglia dominante di uno Stato indipendente.
- Israele divenne di nuovo indipendente dopo circa 440 anni
- Il giudaismo stava ormai assumendo i tratti essenziali
- La comunità ebraica si riorganizzò attorno alla Legge
- Venne sviluppato un canone delle Scritture
- Furono definiti i termini del culto del Tempio, della Sinagoga
- Sorse la classe degli Scribi, il cui compito era lo studio della Legge e la sua trasmissione scritta
- Si diffusero i maestri di saggezza che si prodigavano a far capire che la massima saggezza era temere Dio e osservare la legge. Saggezza era sinonimo di legge
- I Farisei, che affiancarono alla legge scritta la loro legge orale (contro la quale Gesù si scaglierà più volte)
- Nasceva l’ideale del “popolo santo”
- Tale corpo di regole portò alla separazione degli ebrei dagli altri popoli
- Generò diffidenze.
Il terzo figlio di Simone Maccabeo, Giovanni Ircano voleva restaurare la grandezza dei tempi di David.
- Considerò tutta la regione come eredità divina della nazione ebraica.
- Iniziò una serie di lotte di conquista della terra. Invase la Samaria, distrusse il tempio di Garizim.
Il figlio di Giovanni, Alessandro Gianneo proseguì nell’opera del padre con conquiste e conversioni forzate.
- Passò a est del giordano conquistò tra le altre città, Petra.
- Roma si preoccupò di quell’espansione e aspettava il momento giusto per intervenire
- Alla morte di Alessandro, la vedova Salomè cercò di evitare lo smembramento del regno, ma morì poco dopo nel 67 ac.
- Un ministro del regno Antiparto un idumeo, mezzo ebreo e mezzo ellenizzante, venne a patti con Roma e nel 63 concluse un accordo con Pompeo, generale romano.
Erode “il Grande”
- Il figlio di Antiparto, passato alla storia con il nome di Erode il Grande si ancorò ancor più al sistema romano
- rese la Giudea un regno vassallo di Roma.
- Sopravvisse a faide famigliari e chiese aiuto a Roma che lo nominò re amico e alleato del popolo romano (di fatto un fantoccio).
- Tornò in oriente alla testa di 30.000 fanti e 6.000 cavalieri romani e prese Gerusalemme.
- Sterminò gli Asmonei
- All’epoca il numero degli ebrei, tra nati e convertiti, era di circa 8.000.000 di cui 2.400.000 circa in Palestina.
- Erano in pratica il 10% degli abitanti dell’impero romano del periodo.
- Fu un grande edificatore, amante delle arti, progressista, ma anche molto crudele, a partire dai membri della sua famiglia
- Erode il Grande morì nel 4 ac e fu sepolto all’Herodion
Fine del Regno di Israele
- La pressione di Roma sul popolo aumentava fino a sfociare in rivolta.
- La resistenza ebraica fu furibonda e disastrosa, operata da piccole minoranze intransigenti (zeloti, sicari)
- Nel 70 dc Gerusalemme venne conquistata e distrutta.
- Nonostante il volere di Tito, fu distrutto anche il Tempio
- I combattenti superstiti si rifugiarono per lo più a Masada
- Tre anni dopo la X legione entrava nella fortezza.
- Flavio Giuseppe registra 960 persone fra insorti e le loro famiglie.
- Le ultime sollevazioni contro Roma si verificarono tra il 131 e il 135 dc.
- nel 135 gli insorti sconfitti si rifugiarono a Gerusalemme, che fu espugnata e distrutta.
- Fu la fine della storia dello stato ebraico dell’antichità
- Roma avviò una poderosa deportazione che lasciò sulla loro terra solo il popolino.
- Sacerdoti, mercanti, capi politici e militari furono trasferiti come schiavi a Roma e in altre zone dell’impero, smembrando così il tessuto politico e sociale del Regno di Israele
- Roma rinominò la terra di Israele “Philistine” ovvero terra dei filistei, in sfregio agli ebrei
- L’ostilità contro gli ebrei nel I sec. dc era funzione del monoteismo e delle sue conseguenze sociali:
- un dio unico, che non si vedeva, al quale si doveva credere senza compromessi
- la pratica della circoncisione, considerata barbara e disgustosa
- le norme alimentari e igieniche
Vai a: ISRAELE, UNA STORIA D’AMORE – Cronologia degli articoli pubblicati