Il papà entrò in cucina ed esclamò con gioia rivolto alla famiglia riunita per la cena “Tra un mese arriva la macchina nuova!”.
La nuova macchina era attesa da tempo con gioia e impazienza.
“Per poterla fare entrare comodamente in garage dovrò abbattere il grande tiglio che il nonno ha piantato da bambino” disse poi, ma questa frase non fece affatto piacere.
Non fu accolta bene in particolare dal figlio più piccolo, Mauro.
Non voleva che il grande tiglio fosse abbattuto.
Con la sua chioma rotondeggiante riempiva di quel profumo gradevole le serate di inizio estate, quando si poteva rimanere più a lungo all’aperto e la mamma preparava spesso per cena delle belle grigliate di carne.
“Ma proprio non si può fare nulla?” pensò subito Mauro.
Mentre si addormentava gli venne un’idea.
Si ripromise di parlarne al genitore appena possibile.
A colazione disse “Papà, mi sembrerebbe il caso che se fai abbattere il grande tiglio sia giusto piantare qualche altra pianta in giardino. Sarebbe come ricordare la memoria del grande tiglio e del nonno, tanto lo spazio c’è!”.
Aggiunse, “Siccome il grande tiglio è alto circa dieci metri, mettiamo nel giardino dieci tigli alti ognuno un metro. Il conto in altezza risulta pareggiato!”.
“Certo, si può fare!” rispose sorridendo il papà.
Però questo non soddisfaceva del tutto Mauro.
Nei giorni seguenti ne parlò con gli amici.
Tutti da bambini si erano arrampicanti per giocare sul grande tiglio.
“Bisognava fare qualcosa per salvarlo” concordarono, rattristati dalla notizia.
“Ma cosa?”, pensavano.
“Ci sono!” esclamò Luca, il più allegro e ottimista della compagnia.
“Venite tutti con me” disse agli altri.
Si diressero verso il giardino della casa di Mauro.
Giunti sul posto disse “La macchina nuova non ci passa perché da un lato c’è il grande tiglio, ma dall’alto lato c’è il muretto, vedete?” e tutti osservarono.
Luca andò avanti col discorso.
“Se siamo tutti d’accordo per salvare il grande tiglio facciamo così. Lavoriamo noi per spostare la terra della scarpata sopra al muretto. Sarà un lavoro faticoso!”.
“Poi chiederò un favore a mio zio, che ha una ditta di costruzioni, se viene a demolire e ricostruire più in là il muretto. E noi gli daremo una mano”.
“Che ne dite?”.
La risposta fu un unico, forte, convinto “Sì!”.
E così fu fatto.
Il papà di Mauro piantò i dieci piccoli tigli e col lavoro dei ragazzi fu spostato il muretto.
Finiti i lavori, per festeggiare, tutti si arrampicarono sul grande tiglio, ma solo dopo averlo abbracciato..
Era una piacevole serata di inizio estate e il profumo dei fiori del grande tiglio iniziava a pervadere l’aria.
L’odorato è il senso più immediato, evoca ricordi ornai sottoterra.
Il corto e’ coerente con una bellissima raccolta di racconti dell’autore, che e’ un dirigente della forestale e conosce perfettamente i problemi dell’ambiente. Alla poesia si unisce la competenza.