DISCORSI DA GIOVANI
Di BENEDETTA ANNICHIARICO
“Ehi?”
“Ehi cosa?”
“No dico… Ehi?”
“Eh sì, ehi a te”
“Ecco”
“Allora?”
“Niente… Tu?”
“Bene, bene… Ne vuoi?”
“Di che?”
“Di questo”
“Di questo cosa?”
“Di questo!”
“Ah, no grazie”
“Allora, lei?”
“Mah bene… e Lui?”
“Bene bene…”
“Il telefono”
“Cosa?”
“Il telefono. Squilla”
“Oh. Laila! é per te! é Rebecca”
“Eccomi. Pronto?”
“Ue”
“Ehi”
“Beh?”
“Bah…”
“Nah?!”
“Mh…”
“Ah…”
“E?”
“Ah beh…”
“Ah La mia Laila… Tu li conosci i discorsi da giovani?”
“Nah… Boh…”
“Ah… Per esempio… che vuol dire ‘bella lì’?”
“Boh…”
“Ah…”
“Che si fa?”
“Buh…”
“Coca?”
“Coca”
“Tiè”
“Eh?”
“No dico, tiè”
“Ah, eh”
“Ah è stato un piacere parlare con te sei davvero una persona interessante e spero di reincontrarti presto amico”
“… Mh”
Bravissima, Benedetta. Dall’alto della tua veneranda età (12 anni!) hai scritto un racconto, a mio avviso, sublime.
Il prossimo anno invierò la nota della spesa di mia madre. Anche quella è LETTERATURA! Ma cerchiamo d’essere seri, per favore!
Ma perché mai dovremmo essere seri? Non so se hai notato desade che buona parte dei racconti parlano si “cose serie”: la morte, la malattia, la difficoltà dei rapporti umani…
Forse denotano un diffuso stato d’animo d’ansia, d’incertezza che hanno un sicuro fondamento nella vita di oggi.
E se per un attimo pensassimo ad altro?
Brava Benedetta, ho capito molto poco di quello che hai scritto ma hai scatenato la mia immaginazione.
Bah!