DIRITTO E ROVESCIO
Di CLAUDIO FERRATA
Un giorno le cose decisero di andare al rovescio. D’altronde c’è un detto, Non sempre le cose vanno dritte, per cui nessuna meraviglia che un giorno dal detto si passasse al fatto; il guaio è che non esiste né mai esisterà un criterio, a parte quello dell’abitudine, per stabilire in cosa consista il dritto e in cosa il rovescio. Discorso ovviamente valido per gli opposti in generale, per destro e sinistro, nero e bianco, nano e gigante, grasso e magro e via dicendo. Insomma, se agli albori della civiltà l’uomo avesse deciso di chiamare notte il giorno e viceversa, destro il sinistro e viceversa, gigante il nano e viceversa, nessuno avrebbe trovato da ridire. Diciamo allora che un giorno le cose decisero di andare nel verso contrario a quello fin’allora seguito. Il fiume anziché a mare si gettò a monte, il monte anziché in alto sviluppò in basso, il sole anziché a occidente tramontò a oriente, la luna anziché di notte spuntò di giorno, giorno e notte si scambiarono di posto, idem luna e sole che per un attimo s’erano ritrovati al posto di prima, gli alberi misero radici in cielo e rami in terra, cielo e terra invertirono la posizione, idem radici e rami per non tornare da dove erano venuti. Chiaro come questo stato di cose si ripercuotesse sull’uomo che, privato delle certezze millenarie, – una su tutte il funzionamento delle automobili che di punto in bianco presero ad avanzare in retromarcia, dettaglio trascurabile quando ci si prese l’abitudine, un po’ meno quando anche le ruote decisero di girare in senso inverso – non seppe più a che santo votarsi. Ci fu, sì, il tentativo da parte dei Capi di Stato di scambiarsi un parere su come fronteggiare l’anomalia ma poiché le parole marciavano al contrario, i loro discorsi, già ermetici, divennero incomprensibili. Il che rese ognuno sospettoso dell’altro al punto che, paventando chissà quale congiura tendente alla destabilizzazione del proprio regime, ogni Paese decise di fare guerra all’altro. E guerra fu, anche se le bombe lanciate da A verso B tornavano al mittente, idem quelle da B verso C, da C verso D e così via in uno striga striga globale di cui non si capì il motivo allora né si capì poi. L’unica cosa certa fu l’enorme sospiro di sollievo che cacciò il mondo una volta liberatosi dell’uomo. Un sospiro capace di assorbire mari, fiumi, monti, radici, rami, sole, luna, insomma le cose dell’universo creato, e di restituirle un po’ alla volta, delicatamente, al loro alveo naturale. Da cui ripresero ad andare dritte, o meglio, nella direzione da loro giudicata dritta.
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